Consacrato il nuovo altare del Santuario della Madonna dei Miracoli

creata il 4 Dicembre 2015

 

Germoglio, offerta e giudizio liberante                             di D. Nicola Del Bianco

 

Domenica, 29 Novembre è stato dedicato il nuovo altare della Basilica Santuario della Madonna dei Miracoli in Casalbordino. E' stato il nostro  Arcivescovo a presiedere l'Eucaristia delle 17.00 durante la quale si è compiuto questo rito così significativo, capace di evocare il Mistero della presenza di Dio nella storia degli uomini. E, non a caso, il nosro Pastore ha iniziato la sua riflessione omiletica partendo da una domanda: "Che cos'è il Mistero?E la risposta è stata questa: "Il Mistero è la gloria nascosta dentro le pieghe della storia". Ma da qui è scaturita una seconda domanda: "Quale Mistero dietro il segno dell'altare?". Alla luce delle letture della prima domenica di Avvento padre Bruno ha voluto dare volto al Mistero adombrato dal segno dell'altare, offrendo alla nostra riflessione tre punti.

Il primo: l'altare come germoglio. Nella prima lettura si parlava di un germoglio e, nella tradizione del primo testamento, il germoglio è il Messia. Dunque è Gesù il Messia il germoglio che viene da Nazaret, la città del germoglio. L'altare è il segno di Cristo germoglio, è segno di un nuovo inizio, segno di eventi nuovi, segno della nuova primavera di Dio che annuncia l'estate della pienezza del frutto. L'altare è esso stesso un germoglio. Guardare a questo segno è accogliere la speranza. 

Secondo. Nella seconda lettura al centro è il Signore nostro Gesù Cristo che ha offerto la vita per noi. L'altare è segno di questo amore donato in pienezza per noi, è segno di Cristo, sorgente di vita nuova, perchè sull'altare accade l'Eucarestia, presenza di Cristo che fa di questo santo segno la mensa del sacrificio, tavola del banchetto. Dall'altare, posto al centro, scaturisce la vita nuova per tutta la Chiesa.

Terzo. Nel Vangelo due parole attirano l'attenzione: la liberazione e il giudizio. L'altare è memoria della libertà donata che è la grazia, parola sintetica e centrale nell'esperienza donata. Contemplando il segno dell'altare, facciamo memoria della grazia, cioè della libertà che ci è stata donata in Cristo e così si opera il giudizio di Dio sulla storia, giudizio che è la verità su noi stessi e sulla storia. La vera libertà sta nel lasciarsi dire questa verità da Dio! Per questo la Chiesa vede nell'altare il segno del trono, il trono di Dio giudice dell'uomo e della storia, dentro una storia spesso opacizzata dalla tragica mancanza di verità. L'altare è, dunque, un luogo di verità.
 


Grande gioia ha suscitato la dedicazione del nuovo altare nella comunità monastica, in quella parrocchiale e nel cuore di tutti coloro che in questa Basilica si radunano per cercare il volto del Signore, guidati dalla tenerezza di Maria, Madonna dei Miracoli. Il padre priore don Paolo, al termine della celebrazione, ha ringraziato l'Arcivescovo, mettendo in evidenza che questa dedicazione dell'altare - attesa e desiderata da quaranta anni - è una memorabile pagina della storia del nostro Santuario mariano. I monaci hanno ben chiaro - sottolineava sempre d. Paolo - il profondo significato dell'altare, visto che vi si ritrovano attorno sette volte al giorno  per la preghiera monastica e lo fanno per tutti, per la Chiesa Diocesana, per coloro che si affidano alla preghiera dei monaci. Il monaco che fa la sua professione come consegna di sè, lo fa davanti all'altare e, sull'altare, viene firmato il documento che ne attesta l'avvenuta professione monastica. L'altare è, allora, presenza costante nella vita dei monaci e di tutta la comunità cristiana che, attorno all'altare, diventa il corpo di Cristo che è la Chiesa. Il Priore ha poi ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dei questo adeguamento liturgico così sostanziale, senza tacere sulle tante reazioni che si possono avere nel momento in cui si opera una scelta architettonica in una chiesa. Ciò che conta è che ora l'altare/Cristo è più che mai al centro! Don Paolo, tra i tanti "grazie" espressi, ha dimenticato di dire grazie anche la priore, ma ci ha pensato subito Padre Bruno a colmare questa dimenticanza e noi  ci associamo tutti al suo grazie!

 

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