Il Padre dei monaci

 

Nella carta d’identità di S. Benedetto ci sono questi titoli gloriosi:

E’ Padre dell’Europa, in quanto ai popoli di questo continente egli aveva ispirato quella cura amorosa dell’ordine, del lavoro e della giustizia come base della vita sociale. Fu un grande evangelizzatore e promotore di civiltà. Così lo chiamava Pio XII nel 1947.

E’ Patrono degli Speleologi d’Italia (Pio XII nel 1956).

E’ Patrono degli Ingegneri e Architetti italiani (Pio XII nel 1957).

E’ Patrono degli Enti di Riforma Fondiaria e dei Consorzi di Bonifica Agraria e di tutti gli agricoltori d’Italia (Giovanni XXIII nel 1961)

“E’ celeste patrono principale dell’intera Europa”, così lo proclamò Paolo VI nel 1964. Nella Bolla Pontificia si legge ancora: “S. Benedetto fu messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e pioniere della vita monastica in Occidente”.

 

 

 

Medaglia del Patriarca

S. Benedetto

 

Le quattro lettere dei lati C.S.P.B. significano:

Crux Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto)

Le cinque lettere del tronco C.S.S.M.L.

Crux Sancta Sit Mihi Lux' (Croce santa sia a me luce)

Le cinque lettere delle braccia N.D.S.M.D.

Non Drago sit mihi Dux (Non il Demonio sia a me Duce)

Le quatordici lettere del giro, e cioè: V.R.S.N.S.M.V.S.M.Q.L.I.V.B.

Vade retro Satana; nunquam suade mihi vana; sunt mala quae libas; ipse venenum bibas. (Vai indietro, o Satana; non mi attirare alle tue vanità. Son mali le tue bevende: tu stesso bevi il tuo veleno)

 

 

 

 

Vita di S. Benedetto

 

Nasce a Norcia (Umbria) nel 480 da una nobile famiglia Anicia. Riceve la prima educazione in casa. Poi, dopo la puerizia, viene a Roma per completare i suoi studi. Qui l’immoralità e la corruzione dei costumi abbondano. Benedetto compie una grande contestazione e rivoluzione. Disprezza lo studio delle lettere e fugge da Roma rifiutando la sua brillante carriera ed i beni paterni. Per tre anni fa esperienza della vita eremitica e solitaria in una grotta di Subiaco tra i monte Simbruini. “Vive solo sotto lo sguardo di Dio creatore”, ci dice il suo primo biografo Papa Gregorio Magno. Durante questi anni la sua occupazione era preghiera e meditazione assidua della Parola di Dio.

Satana però non dorme. Lo mette in crisi; lo tenta di sensualità. Benedetto con un gesto eroico si spoglie e si getta nudo tra rovi, spine e ortiche brucianti. Le ferite della pelle scacciano dal cuore l’insidia del tentatore, perché sostituisce il dolore al piacere. Superata la crisi, la grotta diventa di cristallo, e tutti accorrono da Benedetto. Così fonda dodici monasteri con dodici monaci in ogni casa nella valle sublacense. In seguito, per l’invidia e la gelosia di un cattivo prete, abbandona Subiaco e va a Montecassino, roccaforte di culti pagani. Quì S. Benedetto compie un’altra grande rivoluzione. Spezza la statua di Apollo, e sopra vi pone la croce di Cristo. Il tempio di Apollo viene trasformato nel santuario del Dio vivente. Abbatte l’altare dell’idolo pagano, che era più in alto, ed edifica un Oratorio in onore di S. Giovanni Battista. Incendia i boschetti consacrati a Venere. Sotto la direzione del Padre dei monaci sorge così la più celebre delle Abbazie monastiche, dove celebra la sua pasqua nel 547.

 

Estratto da : La comunità benedettina che è a Genova di P. Febbo, Giuseppe o.s.b.

 


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